



















àmnio (o àmnios) s. m. [dal lat. tardo amnion, gr. ἀμνίον, propr. «vasi che venivano utilizzati durante le cerimonie per gli dei. » Un luogo abbandonato è come un’anfora antica, un contenitore di vite passate, di storie sigillate nel tempo. Le sue mura, come la ceramica segnata dagli anni, custodiscono il respiro di chi lo ha abitato, gli echi di voci lontane, il profumo di esistenze ormai svanite. Ma il suo abbandono non è una fine, bensì una metamorfosi. Così come un’anfora, pur vuota, non perde il suo valore, un luogo abbandonato non smette di esistere: si trasforma, accoglie il silenzio come nuova essenza, diventa dimora per la natura che si riappropria degli spazi, per il vento che ne attraversa le stanze come un ospite invisibile. E forse, un giorno, proprio come un’anfora ritrovata, potrà essere riscoperto, riempito di nuove storie, di nuove vite. Perché ciò che è stato contenitore di passato può sempre diventare culla del futuro. English: Amnion (or amnion) n. [from Late Latin amnion, Greek ἀμνίον, originally meaning “vessels used during ceremonies for the gods.”] An abandoned place is like an ancient amphora, a container of past lives, of stories sealed in time. Its walls, like pottery marked by the years, hold the breath of those who once inhabited it, the echoes of distant voices, the scent of lives now faded away. But its abandonment is not an end; it is a metamorphosis. Just as an amphora, even when empty, does not lose its value, an abandoned place does not cease to exist: it transforms. It embraces silence as its new essence, becoming a home for nature reclaiming the space, for the wind that moves through its rooms like an invisible guest. And perhaps, one day, just like a rediscovered amphora, it may be found again, filled with new stories, with new lives. For what was once a vessel of the past can always become a cradle of the future.